domenica 11 marzo 2012

Appello ai giovani lucani

Appello ai giovani lucani
Lucania, la regione italiana dove da sempre ci si sottomette al notabile di turno, ricordo quando i miei genitori allevavano conigli e galline ma non potevamo toccarle, servivano per il medico, per il parroco, per il sindaco, per il comandante dei vigili e per il comandante della stazione dei carabinieri, ma anche per donna Rosina, don Franceschino, e don come cavolo si chiamava lui di turno, tutto questo per ingraziarsi quegli uomini che detenevano il potere e poter entrare nelle grazie dei loro favori.
La miseria, la fame, spingeva i nostri genitori ad offrire loro i loro beni più cari pur di poter campare.
Mai, però svendettero i propri valori, il proprio orgoglio di gente povera ma piena di dignità che portava i lucani ad essere tra i popoli più dignitosi d’Italia.
Si cominciò subito dopo la riforma agraria e con la successiva assegnazione delle quote terriere, centinaia di tessere del Partito Comunista e del Partito Socialista si trovavano strappate e buttate per strada, la DC e la Chiesa avevano fatto sapere a tutti che le terre non sarebbero state assegnate a Comunisti e Socialisti, nasceva cosi l’era del clientelismo.
Ecco, la vera piaga della Lucania: il clientelismo.

Il nemico? E' un istante

Il nemico non è il consulente di EDF,
ma l'istante in cui ha deciso di firmare documenti dove dichiara il falso.

Il nemico non è il funzionario regionale,
ma l'istante in cui ha deciso di occultare dati anzichè renderli pubblici.

Il nemico non sono l'assessore o il politico,
ma l'istante in cui pensano alla propria gente come ad un popolino.

Il nemico non è il medico,
ma l'istante in cui risponde con superficialità a chi si è ammalato: "è un fatto genetico".

Il nemico non sono i funzionari dell'ASP o dell'ARPAB,
ma l'istante in cui hanno deciso di esprimere giudizi in assenza di elementi.

Il nemico non è l'agricoltore,
ma l'istante in cui in cui ha pensato che tanto non dovrà mangiarle lui le cose che produce.

Il nemico non è il dipendente di Fenice,
ma l'istate in cui ha deciso di avvisare la moglie di chiudere porte e finestre.

Il nemico non è l'adolescente,
ma l'istante in cui ha aperto il finestrino ed ha lasciato cadere la bottiglia per strada.

Il nemico non è il camionista che trasporta rifiuti,
ma l'istante in cui ha accettato di essere complice di un crimine.

Il nemico non è l'imprenditore della monnezza,
ma l'istante in cui ha deciso di sotterrare veleni in una cava abbandonata.

Il nemico non sono il giornalista o il blogger,
ma l'istante in cui hanno stabilito che una certa notizia non vada diffusa.

Sono persone.

Siamo persone.

Non le giudico miei nemici.

...ma quegli "istanti" sono dannatamente fondamentali nella mia vita.

Quelli sono i miei nemici.

da una pagina facebok

sabato 10 marzo 2012

Il pezzo di pane



Cos'è un pezzo di pane, niente, ne buttiamo tanto ogni giorno, diventa duro e non sappiamo che farcene,spesso però è indispensabile per quanti non ne hanno e soffrono la fame, ma qualche volta può rendersi importantissimo per chi ne ha e la fame non la soffre.
Sono stato a monte due giorni e volutamente ho evitatato di incontrare le amicizie che solitamente frequento, non perchè non sentissi il bisogno, ma perchè volevo capire alcune cose che ti porti dentro per anni e non riesci mai a darti delle risposte.
Mille domande sui sentimenti, su quello che per noi dovrebbe essere l'amicizia, sui rapporti che si creano, sull'effettivo bisogno che abbiamo gli uni degli altri, e in particolare sulle continue ipocrisie sulle quali si basano determinati rapporti, non solo da parte degli altri, maanche da parte nostra ritengo, nessuno esente purtroppo da una pratica di comportamenti consolidata che mentre ci fa vivere serate di divertimento in compagnia gli uni degli altri ci porta poi a mille pettegolezzi e "taglieggiamenti alle spalle" quando uno non è presente e via dicendo.
Ho voluto evitare dicevo, per poter capire, e non ho capito, me ne sono tornato allora verso Parma con i mie soliti dubbi, le mille domande senza risposta e un nodo ancora più grosso alla gola.
Circa a metà strada assorto nei miei mille pensieri mi sono ricordato che a Fano vive un mio carissimo amico che non vedevo da anni e nonostante andassi di fretta istintivamente ho preso il telefono e l'ho chiamato, gli ho datao appuntamento all'imbocco dell'autostrada declinando il suo invito a fermarmi a casa sua data la mia fretta.
L'ho visto li fermo in piedi fuori dalla sua auto, io sono uscito dalla mia e gli ho dato un pezzo di pane di monte e lui abbracciandomi è scoppiato in un vistoso pianto.
Quel pezzo di pane ha acquistato di colpo un sapore indescrivibile e un valore veramente infinito.
Un semplicissimo gesto e poche lacrime avevano dato di colpo le risposte a tutte le mie domande.
Non importa quanti amici abbiamo o se li incontriamo di sovente o se sono lontani e non vediamo mai, l'importante e sapere che in qualunque momento essi ci sono.

LE ANALISI EHPA - OIPA DEI SEDIMENTI DEL PERTUSILLO DI OTTOBRE 2011

 
LE ANALISI EHPA - OIPA DEI SEDIMENTI DEL PERTUSILLO DI OTTOBRE 2011
Alluminio 8.549 milligrammi corrisponde a 8.549.000 microgrammi
Bario 35,3 milligrammi corrisponde a 35.300 microgrammi
Arsenico 1,38 milligrammi corrisponde a 1.380 microgrammi
Boro 13,8 milligrammi corrisponde a 13.800 microgrammi
Cadmio 0,74 milligrammi corrisponde a 740 microgrammi
Cobalto 3,77 milligrammi corrisponde a 3.770 microgrammi
Cromo totale 9,4 milligrammi corrisponde a 9.400 microgrammi
Ferro 11.010 milligrammi corrisponde a 11.010.000 microgrammi
Manganese 143 milligrammi corrisponde a 143.000 microgrammi
Nichel e suoi componenti 10,9 milligrammi corrisponde a 10.900 microgrammi
Piombo e suoi composti 4,67 milligrammi corrisponde a 4.670 microgrammi
Rame totale 9,2 milligrammi corrisponde a 9.200 microgrammi
Vanadio e suoi composti 10,6 milligrammi corrisponde a 10.600 microgrammi
Zinco e suoi composti 27 milligrammi corrisponde a 27.000 microgrammi
 

Perché i poveri non possono permettersi uno sviluppo sostenibile- di Maddalena Rotundo



Da Maddalena Rotundo riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’ultima regione d’Italia, la più povera,  quella in cui  uomini e  animali vivevano in promiscuità, poggiava sul giacimento petrolifero più grande d’Europa. Giacché non poteva disporre della risorsa, né opporsi per sempre alla sua estrazione, i danni  erano insiti nella beffa.  Lo Stato  che ne  deteneva  la titolarità, in luogo di  destinarla    a riserva  strategica  e investire su centrali a  energia alternativa,  dopo  una campagna di rilancio delle attività estrattive caldeggiata da Assomineraria, preferì  sfruttarla,   ufficialmente  per affrancare il paese dalla dipendenza energetica dall’estero.  La storia  potrebbe riportare inoltre che   la Regione, divenuta nel frattempo   in materia di sfruttamento delle risorse   interlocutore principale   delle società estrattive e dello Stato, si   fa trovare impreparata ad opporre qualsiasi  sorta di obiezione, che  almeno avrebbe permesso di  prendere   un po’  di tempo, in attesa   che i derivati del petrolio divenissero oggetti da museo. Lo Stato al contrario  si affretta a  facilitarsi l’acquisizione del petrolio lucano con il decreto 625/96, trascurando  di riflettere sul fatto - ma era chiedere troppo-     che  è la disponibilità di idrocarburi a impedire la diffusione di tecnologie alternative.  Intanto  la condizione  di perenne necessità occupazionale  in cui versa la regione     incoraggia alla fine degli anni ‘90 a considerare   il petrolio  una     svolta epocale e una via d’uscita dal sottosviluppo.    Il ruolo della cittadinanza ,  a questo punto della cronaca, non appare storicamente rilevante, in quanto essa  si fa     velocemente    convincere   dalla   prospettiva dell’ afflusso di soldi.

In Basilicata il giacimento energetico potenziale è ENORME

In Basilicata il giacimento energetico potenziale è ENORME



Qualche mese fa un giovane ricercatore lucano, Rocco Langone, ha scritto al presidente De Filippo “suggerendo” di attivare un progetto di ricerca finalizzato a valorizzare i pozzi di esplorazione e/o di coltivazione petrolifera esauriti per arrivare a produrre energia elettrica dal calore presente al loro interno.
Ecco parte del suo ragionamento. “Nella nostra Basilicata il giacimento energetico potenziale è enorme, non solo per la presenza dei giacimenti petroliferi ma anche per le condizioni favorevolissime, in tante zone, di ventosità e irraggiamento solare. Quindi centrali eoliche e solari poste sul nostro territorio possono contribuire alla produzione di energia necessaria ai bisogni nazionali (anche se i siti idonei ad accogliere queste centrali andrebbero scelti con maggiore razionalità).
Vi è però un altro giacimento di energia, praticamente inesauribile ma soprattutto senza il limite dell’intermittenza, che hanno il solare e l’eolico, di cui come sistema Italia disponiamo in abbondanza e che come Basilicata saremmo in grado di attivare prima di qualunque altro: il calore geotermico connesso alla profondità dei pozzi di ricerca e a quelli di coltivazione di idrocarburi esauriti. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Per estrarre petrolio e gas metano occorre trivellare a profondità, spesso, oltre i 4.000 metri. Non sempre queste trivellazioni sono fruttuose e, in questo caso, i pozzi si “tappano” dopo aver fatto esplodere una carica ad una certa profondità. Analogo procedimento si attua per i pozzi utili ma esauriti. La trivellazione di ogni pozzo di quella profondità richiede un investimento di diversi milioni di euro il cui costo di ammortamento è parte del prezzo che definisce il valore del barile di petrolio e quindi successivamente della benzina e del gasolio. Dunque, teoricamente, la collettività lucana disporrebbe di un valore enorme espresso dai pozzi profondissimi da cui è possibile estrarre calore, anche e non solo, per la produzione di energia elettrica necessaria ai bisogni della collettività regionale e nazionale.
Infatti il calore interno della Terra aumenta mediamente di 3°C ogni cento metri, di conseguenza se la temperatura nei primi metri sotto la superficie è 15 °C, si può prevedere che la temperatura sia 75 – 90°C a 2.000 metri di profondità, 135 -150°C a 4.000 metri.
Oggi la tecnologia ci consente di poter utilizzare queste medie e basse temperature anche per la produzione di energia elettrica. Ad esempio sono mature le tecnologie che utilizzano fluidi organici a basso punto di ebollizione per lo sfruttamento di sorgenti energetiche a bassa/media temperatura (comunemente chiamati Organic Rankine Cycles: ORC). I vantaggi dei cicli ORC sono connessi con la possibilità di scegliere fra una vastissima gamma di fluidi disponibili e potenzialmente sfruttabili in relazione alla temperatura delle sorgenti di calore e alla potenzialità dell’impianto. I vantaggi sono molto significativi per potenze relativamente modeste, 0,5 – 10 MWe.
Uno dei tanti pozzi petroliferi attivi in BasilicataIn Basilicata, si dice che vi siano circa 400 pozzi rivenienti dalle trivellazioni petrolifere. Se così fosse e mettendoci nelle condizioni di maggior ottimismo, si potrebbero produrre 4.000 MWe da fonte geotermica, il fabbisogno energetico del Sud Italia, e senza alcun impatto ambientale, nessuna discontinuità e per un periodo di tempo praticamente illimitato. Nella peggiore delle ipotesi si potrebbe produrre qualche centinaio di MWe, quanto basta ad esempio, per i bisogni della nostra Basilicata e della vicina Puglia, ad un costo per l’utenza finale, sia civile, che agricola che industriale, decisamente inferiore alle tariffe in vigore.
E’ paradossale che i pozzi si distruggano e non si utilizzino per sfruttarne le capacità geotermiche. Si tenga conto poi che a quella profondità è possibile che si intercettino anche falde acquifere la cui temperatura è certamente di poco superiore ai 100 C°. e dunque acqua calda per generare elettricità. Immaginiamo cosa accadrebbe se questa idea dovesse funzionare e fosse estesa ai tutti i pozzi petroliferi italiani e poi mondiali.
Il potere di contrattazione che la regione ha con le compagnie petrolifere le consentirebbe di poter pretendere l’attivazione di almeno una decina di progetti sperimentali su altrettanti pozzi.
Questo per poter sperimentare i metodi e le tecnologie più idonee allo sfruttamento del giacimento termico alla profondità dei pozzi petroliferi di Basilicata.
Il Business legato alla geotermia a bassa temperatura sta partendo. Esso può rappresentare per la Basilicata l’occasione di sviluppo vero. Ma come in tutti i fatti innovativi occorre fare presto per fruire del valore aggiunto dell’ essere primi. Dunque la possibilità non è soltanto quella di creare nuovi posti di lavoro ma di crearne da attività industriali che pongono le basi per solide premesse di sviluppo. Per giunta, si tratta di attività industriale ambientale perfettamente in linea con la nuova richiesta sociale di Sviluppo Sostenibile. Accogliere sul territorio imprese che producano la tecnologia necessaria alla produzione di energia elettrica da fonte geotermica a bassa e media temperatura significherebbe dare opportunità di lavoro a tanti giovani diplomati e laureati che altrimenti sarebbero costretti a lasciare la nostra terra”.
Fonte: Lucania Attiva e Democratica

Potenza, «le Poste mi hanno dato 1200 euro falsi»

la gazzetta del mezzogiorno

di Fabio Amendolara
POTENZA - Le hanno «rifilato» 1.200 euro falsi all’ufficio postale. Sei banconote da 200 euro che ora sono state sequestrate dai carabinieri. La denuncia l’ha presentata una donna di Potenza dopo l’amara scoperta.

I fatti: dopo un incidente sul lavoro accaduto oltre un anno fa era finalmente arrivato il mandato con il risarcimento: quasi 3mila euro. La lettera che accompagnava l’assegno invitava la signora a recarsi all’ufficio postale per l’incasso.

Lei esce di casa, va alla poste centrali, in via Grippo a Potenza, e mostra al cassiere «il mandato». Il cassiere - è il racconto che la signora ha fatto ai carabinieri - ha preso i soldi dalla cassa e li ha contati.

Poi li ha consegnati tramite la fessura che c’è sotto il pesante vetro che divide l’area di attesa dei clienti da quella di lavoro degli operatori. La donna li ha ricontati, li ha infilati in una busta bianca e li ha messi in borsa. Questo è accaduto una ventina di giorni fa.

NO TRIV- LUNEDI 12 MARZO STOP CONSUMO CARBURANTI

LUNEDI' 12 MARZO 2012, PER TUTTO IL GIORNO, STOP CONSUMO CARBURANTI, LA VERDE A BREVE COSTERA' DUE EURO A LITRO, CAUSA LE TASSE E LE ACCISE PIU' ALTE APPLICATE DALLO STATO ITALIANO: FERMIAMO LE AUTOVETTURE E CHIEDIAMO CHE I MEZZI PUBBLICI SIANO EFFICIENTI ED ESAUSTIVI

EVENTO FACEBOOK

venerdì 9 marzo 2012

LA PIU' RICCA-LA PIU' POVERA

LA PIU' RICCA- La Basilicata galleggia sul più grande giacimento di petrolio e di gas dell'Europa continentale, attualmente sono in funzione 55 pozzi che estraggono petrolio per un valore di 50 miliardi di euro.
In Basilicata vi è il patrimonio idrico più grande del mezzogiorno d'Italia,
con una vasta rete di bacini idrici pari ad 11.171 km quadrati di superfice.
LA PIU' POVERA
La Basilicata ha il tasso di povertà tra i più alti d'Italia, la disoccupazione totale tra le persone in grado di lavorare supera il 30%, mentre la disoccupazione giovanile va oltre il 48%

Pensi sia giusto autorizzare l'apertura di nuovi pozzi di petrolio?

Esprimi il tuo parere partecipando al sobdaggio che trovi sulla pagina iniziale di Lucania Attiva e Democratica

TALENTI LUCANI- Anna Monaco in arte Annanura (di Maria De Carlo)


Anna Monaco è una nascente poetessa lucana. E' donna dotata di una particolare sensibilità e bontà d'animo. Nata a Filiano il 21 febbraio del 1958, attualmente vive ad Atella con il marito Mimmo e con i due figli.
La storia di Anna è stata fin dall'infanzia “toccata” dalla sofferenza. Sesta di cinque figli, è la gemella sopravvissuta. Una “separazione”, pur se avvenuta alla nascita, che l'ha segnata negli anni. Tanto da condizionarla nella scelta del suo nome d'arte: “annanura”. Nura richiama la sua gemella Lucia -nur in persiano.
Anna è una donna che ama la famiglia. Lavora per contribuire alla formazione dei figli (e tanti sono i sacrifici, come afferma lei stessa). Per essi compra un pianoforte e coltiva nei loro animi la passione per la musica convinta che “la musica e la cultura è parte integrante per un'educazione più completa dei figli”, e ci riesce!!!

Olimpia Fuina Orioli una madre che da vent'anni insegue la verità


Salve a tutti essendo voi il mio popolo mi presento per chi non mi conoscesse ancora Sono Olimpia Fuina Orioli, la mamma di Luca. Sto lottando, e non ad armi pari, con un sistema che non mi rende ancora giustizia per la morte di mio figlio Luca. Ritengo che, in uno Stato Democratico come il nostro, lottare per ottenere il proprio diritto sia un dovere di tutti, e, poichè il mio grido, da solo, è rimasto finora inascoltato, spero in un grido corale, numeroso, e, più accorato. Sono convinta che oltrepasserà i confini della terra e attraverserà la coscienza di chi si è sentito negativamente turbato dalla sua presenza. Se fosse qui gli chiederebbe scusa e lo pregherebbe di restiutirsi serenità in vita e in morte liberandosi di quella verità mai detta finora. Si può cancellare un'immagine su Facebook, ma non il senso di colpa. Ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, che s'acquieta solo quando si è fatto il proprio dovere, fino in fondo. Nessun responsabile di questa mancata verità e giustizia potrà vivere sereno nè morire sereno. Nè è possibile pensare di imbrogliare Dio con confessioni inutili. Un concetto cristiano per tutti cpoloro che, ostinati nell'omertà, continuano a prendere l'ostia Consacrata sperando nel perdono incondizionato di Dio. Il perdono esige il rispetto della Verità, senza la quale non c'è pace per nessuno. E'un principio religioso abbastanza chiaro per non essere compreso e applicato, da chi, oltretutto, ha un ruolo docente in proprositoi. Si può fingere dinanzi al mondo che guarda e tuttavia comprende bene tutto, ma non si può scappare da se stessi nè da Dio. La libertà e la pace risiedono unicamente nella Verità. La salvezza è alle porte di chi bussa e di chi apre accogliendo questa accorata richiesta. Il perdono è lì, integro e totale, e attende con fiducia e con speranza...
A Olimpia vogliamo dire che noi lucani emigrati in ogni parte d'Italia siamo con lei in questa ricerca di un verità da sempre taciuta e nascosta. Il modo con cui le autorità hanno da sempre insabbiato e  impedito che sulla vicenda di Luca Orioli e della sua fidanzata Marirosa Andreotta fosse fatta finalmente luce rimane un punto oscuro e vergognoso per una regione che a gran voce reclama giustizia.

LUCANIA ATTIVA E DEMOCRATICA DIVENTA BLOG



Lucania attiva e democratica diventa blog, riteniamo sia giunto il momento di dare alle genti lucane uno strumento libero e indipendente in grado di dare voce a tutti coloro che vorranno esprimere il loro pensiero  sulla nostra regione: la politica, la cultura, le tradizioni, la poesia, la storia, in maniera obbiettiva e senza censure di sorta.
A coloro che ne faranno richiesta sarà data l’autorizzazione a pubblicare direttamente i loro articoli sul blog, mentre tutti i commenti ai post saranno liberi e senza alcuna moderazione.
Naturalmente vi sarà un gruppo di amministratori del blog che vigilerà affinchè non vengano pubblicate offese o volgarità nei confronti di alcuno, in tal caso saranno subito rimosse.
A tal riguardo confidiamo e siamo certi del senso di responsabilità che tutti coloro che pubblicano o commentano avranno nei confronti di se stessi e nei confronti degli altri.
Il popolo lucano può e deve diventare protagonista delle scelte che interessano il proprio futuro, cosi come crediamo che la sua stessa storia e la sua dignità potrà spingere tanti di noi a far si che questo strumento dia un reale contributo alla nostra crescita e allo sviluppo di questa nostra amata regione.
Vogliamo dedicare questa prima pagina a tre donne, due del passato, una del presente, che riteniamo possano essere simbolo della Lucania di ieri e di oggi.
Vincenza Castria, dirigente del movimento femminile lucano, moglie di Giuseppe Novello, bracciante ucciso dalla polizia di Scelba la notte tra il 13 e il 14 dicembre del 1949 nella battaglia per le terre.
Elisa Claps, simbolo della violenza che ancora oggi sono costrette a subire le donne, la cui vicenda ha segnato tutta la Lucania anche per i ripetuti atti di depistaggi nella ricerca della verità.
Olimpia Fuina Orioli, colei che da vent’anni insegue in un labirinto intrigato di cavilli, depistaggi e insabbiamenti, la verità per la morte del figlio Luca e della fidanzata Marirosa.
Tre donne che danno il senso della nostra Lucania, Vincenza perché non dobbiamo smarrire il senso della lotta, Elisa perché nessuna donna debba più subire violenza, Olimpia, perché il suo coraggio sia la forza per ognuno di noi per non arrenderci mai.
Tonino Ditaranto