Appello ai giovani lucani
Lucania, la regione italiana dove da sempre ci si sottomette al notabile di turno, ricordo quando i miei genitori allevavano conigli e galline ma non potevamo toccarle, servivano per il medico, per il parroco, per il sindaco, per il comandante dei vigili e per il comandante della stazione dei carabinieri, ma anche per donna Rosina, don Franceschino, e don come cavolo si chiamava lui di turno, tutto questo per ingraziarsi quegli uomini che detenevano il potere e poter entrare nelle grazie dei loro favori.
La miseria, la fame, spingeva i nostri genitori ad offrire loro i loro beni più cari pur di poter campare.
Mai, però svendettero i propri valori, il proprio orgoglio di gente povera ma piena di dignità che portava i lucani ad essere tra i popoli più dignitosi d’Italia.
Si cominciò subito dopo la riforma agraria e con la successiva assegnazione delle quote terriere, centinaia di tessere del Partito Comunista e del Partito Socialista si trovavano strappate e buttate per strada, la DC e la Chiesa avevano fatto sapere a tutti che le terre non sarebbero state assegnate a Comunisti e Socialisti, nasceva cosi l’era del clientelismo.
Ecco, la vera piaga della Lucania: il clientelismo.
Dagli anni cinquanta, prima con i governi democristiani per arrivare ad oggi con lo strapotere del PD, il problema del clientelismo ha segnato inevitabilmente le generazioni lucane, una volta Emilio Colombo girava in elicottero i paesi lucani e raccoglieva centinaia di lettere di raccomandazione, oggi i vari Viti, DeFilippo, i senatori i deputati, ma anche i consiglieri regionali e provinciali, i sindaci e chi gestisce la cosa pubblica hanno costruito intorno ad essi una rete di clientele, un muro invalicabile che porta i giovani lucani ad accettare con rassegnazione la logica del posto di lavoro come premio per i servigi offerti e non come merito delle proprie capacità professionali, intellettive, o peggio di bisogno reale perche facenti parte di un nucleo familiare che versa in uno stato di reale bisogno.
Chi di noi non ha assistito almeno una volta al codazzo che segue i nostri politici quando passeggiano per le vie dei nostri paesi? E’ divenuta una cosa talmente normale che quasi non ce ne accorgiamo neanche più, salvo renderci conto magari quando ci capita di entrare in un ospedale o in una struttura pubblica ed incontrare qualche persona che ci ricorda di averlo visto per mesi attaccato al culo di questo o quel politico sia di destra che di sinistra.
Sulla nostra rassegnazione, sulle nostre debolezze, sul nostro arrenderci ai loro ricatti, loro hanno costruito le loro fortune, grazie alle quali hanno potuto e possono ancora tutt’oggi controllare a loro piacimento le nostre vite e quelle dei nostri cari.
Se la droga rende schiavi, il clientelismo oltre a renderci schiavi annulla la nostra dignità e ci rende burattini nelle mani di avidi e maldestri pupari.
Eppure viviamo in una terra cosi ricca che potrebbe dare ad ognuno di noi una vita più che dignitosa se solo riuscissimo a capire che noi e solo noi siamo i fautori del nostro destino.
Abbiamo terre tra le più fertili, ma l’acqua che serve per irrigarle dobbiamo comprarla dalla Puglia, pur essendo la Lucania tra le più ricche di acqua con una presenza di bacini idrici di oltre 11 mila km quadrati.
Abbiamo il giacimento più ricco di petrolio e di gas in terra ferma di tutta l’Europa, eppure paghiamo la benzina più di altre regioni d’Italia.
Abbiamo i monti tra i più belli di tutto l’appennino, i mari tra i più puliti, la storia tra le più affascinanti, le mete turistiche che potrebbero essere tra le più ambite se solo vi fosse stata in Lucania una classe politica di vedute più ampie e non sorda e cieca alle problematiche del popolo ma aperta e disponibile agli inciuci, al cattivo affare, ai compromessi con le lobbies e le caste.
In questi anni migliaia di noi ci siamo arresi, siamo emigrati quando invece avremmo dovuto lottare, a quel popolo orgoglioso e pieno di dignità si è sostituito uno rassegnato e pronto a sottomettersi al volere del più forte.
Mille volte mi sono chiesto se emigrare e non rimanere a lottare ne sia valsa la pena, ma la risposta è sempre la stessa, anche emigrando ho fatto il gioco degli avidi pupari che tirano le file.
Per questo mi rivolgo a voi giovani oggi, voi che ancora potete essere i protagonisti dei vostri destini, a voi dico di non lasciarvi schiavizzare come successo a noi, non arrendetevi a dei bruti con la pancia strapiena che deturpano, svendono e sviliscono la nostra terra, un cambiamento è possibile e voi siete l’umus ideale che può fertilizzare la pianta della rinascita della Lucania e ridare al suo popolo la dignità sottratta con l’inganno e col ricatto.
Tonino Ditaranto
9 commenti:
Salvatore Cardinale
grazie tonino, come ho già ribadito più volte..per noi giovani, sentirci dire "fatti 18 anni ti fai un giro al nord e te ne vai all università o trovi un lavoro lì perchè qui non c è futuro" è davvero una condanna a morte..ogni volta che sentiamo queste parole ci viene lo sconforto..
Come puossiamo cambiare se sono le nostre famiglie ad assicurarci che li non c è futuro?
io l ho capito che il futuro ci può essere, ma in troppi ormai credono il contrario!
Sosteneteci e non ci abbandonate, perchè noi vogliamo tornare e l unica cosa buona di questa lontanaza è la sicurezza di non poterci affidare al de filippo di turno! torneremo, ma non ci buttate giù in questo modo..
Io ogni volta che scendo per le vacanze sento i miei nonni ed i miei genitori che mi dicono "ora il tuo futuro è li..qui non c è nulla..devi essere felice di avere l'opportunità di stare li su" ma puntulamente ogni volta che torno a torino le valige si fanno troppo pesanti anche solo per sollevarle e ci vuole sempre troppo coraggio..il coraggio di partire è quello minimo...il vero coraggio è dover accettare quella rassegnazione che ti lancia nello sconforto totale.. e mentre l autobus si allontana da casa non ti resta che piangere.
Salvatore Cardinale
Salvatore, capisco bene quello che dici. Proprio stamattina ripartono di qua dove sono io due giovani lucani per tornarsene al sud dopo essere stati qui in Emilia per alcuni anni speranzosi di costruirsi un futuro. Purtroppo coisi non è stato, La crisi economica che investe l'Italia stritola anche le famiglie del nord e in particolare i giovani sono alla mercè di un sistema che li mortifica, con lavori sottopagati e contratti a termine di due mesi in due mesi. Questi sono i risultati di politiche governative che hanno favorito solo le grosse multinazionali, le banche e gli operatori finanziari a scapito dei più deboli, puntando conla globalizzazione al livellamento degli stipendi e delle condizioni di lavoro sempre più verso il basso. Venerdi scorso il popolo della FIOM è sceso in piazza per dire basta a questa corsa allo stillicidio del mondo del lavoro e delle famiglie italiane. Avevo sperato che anche il PD si unisse alla FIOM in questa battaglia, cosi purtroppo non è stato, il PD ha preferito rimanere dall'altra parte della barricata accampando scuse veramente del cavolo, dicendo che loro non potevano essere dalla parte dei NO TAV. Ma a Roma non c'erano i no TAV, ma il mondo del lavoro che combatte per il mantenimento dell'art. 18 e per il rilancio di una politica economica che permetta la crescita e nonsvilisca i lavoratori. Cosa possiamo fare? Nulla di più che metterci in gioco. loro ci vogliono far soccombere e renderci schiavi, noi abbiamo il dovere di resistere, resistere, resistere. Tonino
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Gian Masini Il nostro è un paese unico al mondo per patrimonio storico, per diversità e bellezza del territorio e per cultura in generale. Pur con tutte queste doti, non dimenticando un clima favorevole rispetto ad altri paesi, che potrebbero eleggerci a "primi della classe" siamo sempre in una tempesta o crisi politico-finanziaria-sociale. Ora anche economica.
59 minuti fa · Non mi piace più · 1
Gian Masini Non ho parlato della cucina per evitare una somma di qualità imbarazzanti. Solo per quello.
58 minuti fa · Non mi piace più · 1
Salvatore Cardinale lasciamo stare il pd tonino, io non vedo differenze tra il pd ed il pdl..sono dolo due facce della stessa medaglia..credo davvero che serva cambiare tutto radicalomente, altrimenti così non andremo da nessuna parte!
47 minuti fa · Mi piace · 2
Raffaele Langone Personalmente sono perchè si continui con l'estrazione perolifera cambiando radicalmente le royaltie e soprattutto il loro utilizzo. Su questo ho le idee abbastanza chiare. Circa il clientelismo del PD..http://rlangone4.blogspot.com/2010/01/in-basilicata-per-lavorare-occorre.html
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Salvatore, c'è un vecchio detto che recita: daglia amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io. Con questo voglio dirti che do per scontato che il PDL sia di quella pasta, ci mancherebbe altro. Quello che invece non riesco a digerire è il fatto che partiti che si richiamano ai valori della sinistra, e oltre al PD ci metto anche SEL, IDV e altri, che vogliono far credere atutti noi di essere vicini ai nostri problemi, poi alla fine si comportano esattamente come gli altri se non peggio. Leggiti l'articolo che ha postato Raffaele che mi sembra veramente indicativo. Tonino
Davide Logroio sììììììììì!!!!! :) .........e rinnoviamoci un pochettino!!! Nn Basta mica l'I-Phone mentre andiamo avanti ancora a petrolio!!! ..nell'era del progresso, della fusione a freddo, nell'era delle oligominerali, nell'era dei viaggi turistici nello spazio lì dove nn ci sono confini nè limiti.. nell'era degli aerei telecomandati senza pilota e dove i semafori ti fanno ciao, continuiamo a succhiare petrolio dal sottosuolo, e a risicà sull'applicazione dei motori elettrici, ad idrogeno ed ad aria compressa!!! ...ma p.rco mondo!!! Secondo me siamo noi consumatori a doverlo pretendere andando a chiedere preventivi per acquisto auto, per l'istallazione di impianti... espressamente RINNOVABILI!!! Dev'esser Nostro l'impegno!!! Io voglio l'auto ad aria Compressa!!
Raffaele Langone Conosco il filmato.. su google si possono trovare link che spiegano in dettaglio perchè non funziona. Anche Iacona in una delle sue trasmissioni su rai tre propose il filmato ed evidenziò, con gli stessi promotori del progetto, come i problemi fossero "economicamente" insuperabili.
53 minuti fa · Mi piace · 1
Davide Logroio ..eeeh di insuperabile conosco solo il tonno!! scusa la battuta! ...mi fà piacere sentire che altri come me han avuto a conoscere questo ed altro ancora sull'argomento e che c'è interesse!! troveremo la soluzione, così come per un'auto alettrica autonoma auto-ricaricabile.. che ne dici?? ..si deve investire però sulla ricerca se vogliamo migliorarci!! i presupposti ci son tutti.. compreso giovani laureati capaci!!!
46 minuti fa · Non mi piace più · 1
Raffaele Langone Personalmente parto da un assunto e cioè che ogni futuro lo si finanzia con le risorse del presente. Il nostro futuro energetico (energie rinnovabili) deve essere finanziato dalle risorse energetiche del presente (petrolio). Nella "democratica e popolare Basilicata " vi sarebbe " dunque una grande opportunità: utilizzare, ad esempio,quelle risorse per trasformare la basilicata in un distretto energetico polivalente dove le risorse economiche di derivazione petrolifera vengano usate per promuovere più centri di ricerca eccellenti nel settore energetico. Quindi un centro di ricerca per lo sviluppo delle tecnologie legate all'uso dell'idrogeno, a quello solare termodinamico e fotovoltaico, a quello eolico e geotermico etc etc. Un'azione di questo tipo darebbe luogo allo sviluppo e alla creazione di tanti posti di lavoro stabili sia intellettuali(nella ricerca) sia nell'industria (per lo sviluppo e la produzione dei manufatti tecnologici legati all'uso dell'idrogeno, dell'energia solare(anche infrarossa) dell'eolico, del geotermico a bassa entalpia etc). E la "Basilicata democratica e popolare" sarebbe di esempio.. e finalmente farebbe qualcosa di "veramente eccellente".
33 minuti fa · Non mi piace più · 1
Raffaele Langone Davide.. se ti vuoi divertire ti propongo una lettura, fatta di link diversi ma logicamente interconnessi.. che ritengo interessante http://rlangone.blogspot.com/
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30 minuti fa · Non mi piace più · 2 ·
Davide Logroio ...ci sono realtà che pur avendo il petrolio nel sottosuolo o la possibilità di usare il nucleare, scelgono la salute, ovviare agli sprechi energetici rilanciando sull'innovazione e le nuove tecnologie rinnovabili che sono finanziate pure dall'europa e sopratutto ovvierebbero l'Italia tutta a quelle incombenze nel dover pagare all'Europa il danno ambientale per l'inquinamento prodotto, altra voce di cui poco si parla ma che incide sul nostro carico fiscale e sui costi dei beni!!! sveglia!! i posti di lavoro si creano comunque!! i fondi ci sono sono disponibili ma non si sà come accedervi!!! è un assurdo!!!
28 minuti fa · Non mi piace più · 1
Davide Logroio ..certo che nn si può interrompere tutto d'un botto l'estrazione e tutto ciò che è legato ad essa, ma bisogna promuovere e rilanciare il più possibile il rinnovamento, che ben ti è noto.. come vedo e leggo da come ne argomenti (cioè sei ben preparato sicuramente più di me in quanto ad energetica) e la graduale trasformazione di tutto ciò che funzionava a petrolio con le nuove fonti rinnovabili!! cosa che ribadisco è finanziata a fondi perduti e proventi immediati!!!
24 minuti fa · Non mi piace più · 1
Davide Logroio nn cha abbiam perso i fondi.. ma finanziamenti a fondo perdurto volevo dire!!
23 minuti fa · Non mi piace più · 1
Davide Logroio ..finanziamenti che si ripagano da sè, e ne conosco bene i modi.. son io stesso a promuoverli ed adottarli!!!
21 minuti fa · Non mi piace più · 1
Davide Logroio Grazie Raffaele ;) mi piace la pagina!!
18 minuti fa · Non mi piace più · 2
Pastore Felice viva la birra ....davide....ahahahah
17 minuti fa · Non mi piace più · 1
Raffaele Langone Davide..Quanti milioni di morti ci sarebbero stati, per assideramento, se le nostre case non fossero state riscaldate dal metano o dal gasolio? Il problema non può essere estrazioni si!.. estrazioni no!.. perchè se si è contro le estrazioni petrolifere occorre esserlo per tutto il petrolio estratto (anche di quello nigeriano, saudita, venezuelano, russo, libico, ..etc ). Il problema è passare ad altra fonte prima che il petrolio finisca e cominciare a considerare le risorse petrolifre come bene comune.http://rlangone4.blogspot.com/2012/01/la-tragedia-dei-commos.html
Riflessioni: PETROLIO, ACQUA, SOLE : B E N I C O M U N I
rlangone4.blogspot.com
Salvatore Cardinale
raffaele sono d'accordissimo, anche perchè i bilanci stessi della regione si basano sulle entrate del petrolio.
Prendiamo coscienza che del petrolio che c è non si può fare a meno, bisogna solo impedire che altro territorio finisca sotto lo scempio delle trivelle ed occorrono immediatamente interventi ambientali e continui monitoraggi! questo è quello che cerchiamo! il petrolio ormai ce lo teniamo..specie noi di viggiano! sperando che ci vada sempre bene..ma adesso basta!
Tonino, io non sono mai stato di sinistra perchè da quando ho iniziato ad avvicinarmi alla politica sono rimasto allibito da come la sinistra ha stuprato la mia bellissima terra e la mia gente..ma non posso dire certo che preferisco la destra!
Da un po' di tempo a questa parte mi sto ritrovando in accordo con le idee del materano isaia giannetti, che sta portando avanti un progetto per un partito regionale tipo l unione valdostana in valle d aosta.
A farsi governare da partiti nazionali che sulla mia terra non hanno che interessi personali io non ci sto più.
Piuttosto non do il mio voto da ora fino a quando non cambieranno le cose.
Raffaele Langone
Salvatore.. In Basilicata spero sia finita l’era dei cincischiamenti e dei rinvii. E’ arrivato il momento delle decisioni, delle scelte finalizzate, del coraggio istituzionale, del prevalere dell’interesse della comunità regionale rispetto a pezzi di territorio. Tutti, ma proprio tutti dovranno fare la propria parte. I partiti e la politica devono darsi un altro linguaggio, il “linguaggio del fare”.
Il funzionamento degli enti e di tutte le istituzioni deve cambiare. L’elefantiaco apparato burocratico regionale e quello degli enti territoriali deve finalmente cominciare a fare la propria parte. Le intelligenze lì espresse devono poter essere liberate, attivate, stimolate, responsabilizzate.
Se vogliamo un futuro tutto dovrà essere “altro”, tutti noi dovremo essere “altri”. Occorre, d’ora innanzi, dare valore al tempo. L’indolenza, che ha sempre fatto parte di noi, del nostro modo d’essere, dovrà lasciare il posto alla voglia di fare, alla creatività, all’intelligenza. L’individualismo, la soggettività di ognuno di noi, comunque espressa, dovrà essere incanalata in un gioco di squadra territoriale.
Deve nascere una nuova cultura, una nuova consapevolezza, una nuova coscienza collettiva ed identitaria. La partecipazione alle scelte collettive del “nuovo”cittadino lucano, deve farsi portatrice di valori diametralmente opposti a quelli sostenuti fin ora: coscienza e soggettività attiva, innanzitutto, ma anche promozione e scoperta della propria identità collettiva. La democrazia partecipativa dunque deve diventare il nuovo strumento attraverso il quale i territori, i municipi possano determinare azioni di sviluppo autosostenibili.
Questo perché per una comunità piccola come la nostra l’unico modo per esserci e contare risiede, da subito, nella capacità di creare una rete di sistemi economici locali che porti avanti un progetto di futuro condiviso.
La presenza ed il cambiamento, in ogni comunità locale, di una diversa e più articolata, nelle competenze, base sociale rispetto al passato rende possibile tutto ciò. Infatti, una volta le piazza dei nostri paesi erano pieni di operai e manovali edili nonchè di braccianti agricoli e forestali; oggi lo sono di diplomati e laureati (di questo la politica nostrana non se ne è ancora accorto). Per la presenza di queste competenze in ogni territorio è arrivato il momento perché i municipi recitino un ruolo nuovo nel governo dell’economia attraverso la messa in valore delle risorse locali (ambiente, territorio, cultura e saperi locali).
Per questo, è necessaria una nuova cultura politico – amministrativa che dia responsabilità e competenze ai municipi al fine di creare quella cittadinanza attiva necessaria ai nuovi processi di sviluppo dell’autogoverno della società locale, unico modo per vincere le sfide che abbiamo di fronte. Ma per vincerla questa sfida occorre una cultura veramente nuova, un modo d’essere “altro”. Diventa strategico dunque per la sopravvivenza della nostra regione, avere un progetto politico ed una proposta che venga dai territori, una forte proposta di autogoverno locale coordinata e confluente in forme e contenitori politici che diano finalmente altro. Il mezzo c'è, si chiama economia partecipata...democrazia partecipativa.. O no?
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